giovedì 2 dicembre 2010

Università, la riforma Gelmini slitta: al senato dopo la fiducia


(LA GELMINI E' SERENA)

Il voto al Senato soltanto dopo la fiducia, il ministro sereno: «Il ddl sarà legge entro l'anno»
ROMA
La riforma dell'Università non sarà esaminata dall'Aula del Senato prima del passaggio del 13-14 dicembre, e dunque prima del "test fiducia" al governo. Lo ha deciso la capigruppo di palazzo Madama. Intanto si procederà all'esame della legge di Stabilità, il cui varo è atteso entro il 7 dicembre sebbene l'assemblea sia convocata fino al'8 mattina. Poi una sorta di 'pausà fino a quando, lunedì 13, il presidente del Consiglio Berlusconi non rivolgerà il suo intervento ai sentori.

Il Pdl, come sottolineato dal presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, aveva «ipotizzato una discussione» del provvedimento del ministro Gelmini «in tempi rapidi, già nella prossima settimana». «Ma poiché i calendari vanno concordati - aggiunge - abbiamo preso atto che Schifani ha proposto una nuova capigruppo il 14». Sarà in quell'occasione che si deciderà la calendarizzazione della riforma universitaria. Contro una rapido esame della riforma si erano schierate le opposizioni. «Un governo in crisi politica e morale non poteva forzare la mano» spiega Felice Belisario dell'Idv. Mentre Fli aveva fatto una proposta più articolata, la quale prevedeva che almeno le commissioni si potessero riunire esclusivamente per avviare le audizioni. Ma anche questa opzione ha trovato la contrarietà del Pd. «Abbiamo spiegato - dice il presidente dei senatori democratici, Anna Finocchiaro - che se le audizioni venissero usate come cavallo di troia per un esame del testo, noi ci sentiremmo svincolati dal senso di responsabilità sulla legge di Stabilità»..

Il ministro per l'Istruzione, Università e ricerca, Mariastella Gelmini è comunque ottimista sui tempi per l'approvazione della riforma degli atenei. «L'opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l'università italiana. Senza l'approvazione rapida del ddl - aferma in una nota il ministro - non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi». E aggiunge: «Sono comunque fiduciosa: il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l'anno. Il governo Berlusconi - conclude Gelmini - potrà dunque proseguire la sua opera riformatrice nell'interesse del Paese».
la stampa 2 dicembre 2010

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